Con gli ID di prima parte cresce l’eCpm degli editori. Lo studio di Adform e Magnite

Magnite e Adform hanno collaborato ad un’analisi sulla scalabilità degli identificatori di prima parte in modo sicuro dal punto di vista della privacy. In previsione dell’imminente azzeramento dei cookie di terze parti, il settore ha la necessità di poter contare su soluzioni ID, per editori e buyer, pronti per il futuro.

Con gli ID di prima parte cresce l’eCpm degli editori. Lo studio di Adform e Magnite

Magnite e Adform hanno misurato l’aumento della monetizzazione basato su ID di prima parte, anche in ambienti come Firefox e Safari che, già ora, non consentono l’uso di cookie di terze parti. I risultati preliminari al termine del primo trimestre del 2021 hanno mostrato un incremento significativo, con eCPM in crescita di oltre il 30%, rispetto a bid programmatic che non contenevano first-party ID. Un altro studio simile ha anche mostrato che i tassi di click-through dell’advertisement su Safari sono raddoppiati, evidenziando un aumento delle performance per i buyer.

Questi incoraggianti risultati segnalano a editori e buyer che gli ID di prima parte sono strumenti su cui far leva mentre i cookie di terze parti vanno gradualmente scomparendo. Infatti, in loro assenza, i buyer possono utilizzare soluzioni ID di prima parte per gli acquisti lato programmatic, accelerandone la diffusione e l’adozione.

I dati di prima parte dei publisher collegati a questi identificatori sono una parte fondamentale della sfida per conferire una nuova struttura all’identity in internet e al targeting dell’audience. I dati first-party contribuiscono a una migliore esperienza utente e, grazie ai dati basati sugli interessi, le pubblicità diventano più rilevanti e acquistano un valore intrinseco.

Con gli ID di prima parte cresce l’eCpm degli editori. Lo studio di Adform e Magnite ultima modifica: 2021-04-16T08:57:44+02:00 da Redazione

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