Michael Arpini, Tbwa. Il covid-19 causerà molti shift culturali. Dai brand si pretendono azione e concretezza

Tbwa\Italia lancia il report Backslash Covid -19 special edition che verrà aggiornato quotidianamente con dati, insight e analisi sull’emergenza 

Capire le motivazioni profonde, quelle dietro ai fenomeni effimeri che ogni giorno – e mai come in questi giorni – stanno cambiando  la cultura degli italiani.

Questo il senso del report giornaliero Backslash Covid -19 special edition che Tbwa\Italia ha lanciato ieri per sintetizzare e riorganizzare la mole di informazioni, campagne, opinioni, dati, iniziative, conversazioni online presenti sul web e sui social network che riguardano il Covid-19, identificando insight e trovando chiavi di lettura che consentano di collocarli all’interno di fenomeni di più lungo respiro su scala globale.

Michael Arpini

Il primo numero di Backslash Covid-19 è uscito ieri sui social network di Tbwa\Italia (FB, Twitter e Linkedin) e su Issuu, raccogliendo tutto ciò che è successo nelle ultime settimane con analisi, topic di conversazione, nuovi casi di interesse e loro performance, insieme a trigger, fenomeni che possono significare cambiamenti macro, possibili a breve e lungo termine.

Shift culturali. Secondo Michael Arpini, Chief Strategy and Digital Officer Gruppo TBWA\Italia, il covid-19 causerà molti shift culturali che i brand devono considerare per restare rilevanti.

«Da quando il marketing è passato dall’interrompere all’attirare l’attenzione, i brand devono essere sincronizzati con quei fenomeni che nel loro complesso vanno a costituire quella che possiamo definire cultura. E mai come in questi giorni la cultura sta evolvendo, ora dopo ora, modificando comportamenti, abitudini, consuetudini. Un esempio sono gli artisti che attraverso i social tengono eventi live per intrattenere le persone, e di fatto stanno rivoluzionando l’approccio all’intrattenimento. Il problema è capire quando e come avvengono gli shift culturali, comprendere quando la cultura fa un passo in avanti, per cui diventa fondamentale dotarsi di strumenti che permettano di decodificare i fenomeni e capire cosa è estemporaneo da cosa invece ha sotto motivazioni profonde, che resteranno nel lungo periodo».

Ad esempio i flash mob dal balcone sono cosa passeggera, ma rispondono a un bisogno  – in un mondo così digitalizzato – di tornare a interagire in real life. E questo desiderio di IRL è figlio dell’era dell’empatia, un altro insight distillato dal network Tbwa con la sua iniziativa editoriale Backslash, forte di oltre 280 contributor che segnalano quello che succede nel mondo. «Così accade che in questo mondo globalizzato noi proviamo empatia per i cinesi e che loro ora provino empatia per gli italiani e i lombardi, uniti dalla pandemia» spiega Arpini.

E i brand come stanno affrontando l’emergenza a livello di comunicazione? «Quel che vediamo ci sta dando messaggi chiari – spiega il chief strategy officer -. Fare marketing e comunicazione oggi è delicato e difficile. C’è tanta voglia di collaborare e di aiutare il paese e i cittadini, cosa assolutamente positiva e apprezzata».

«La cosa peggiore è stare fermi e non comunicare. Ciò che funziona è l’agire. Non attraverso annunci istituzionali ma con cose pratiche, prendendo il business e gli asset dell’azienda e mettendoli a disposizione, come servizi, per risolvere problemi concerti e reali, per alleviare le difficoltà delle persone o supportare la filiera. Insomma, azioni concrete, anche piccole per dimostrare attenzione e vicinanza alle persone coinvolte. I brand devono inoltre essere veloci e reattivi. Stiamo tutti seguendo l’emergenza, i dati, i bollettini in tempo reale. E come giorno dopo giorno il governo sta provando a reagire nei tempi più rapidi possibili, la gente si aspetta altrettanto dalle aziende».

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Michael Arpini, Tbwa. Il covid-19 causerà molti shift culturali. Dai brand si pretendono azione e concretezza ultima modifica: 2020-03-20T10:21:49+01:00 da Redazione

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