‘Less is more’: secondo Euromonitor i consumatori hanno messo in discussione la proprietà. E la CSR non basta più

Euromonitor nel white paper ‘Top Global Consumer Trends for 2018’ spiega che la semplificazione è un trend che ormai interessa tutti, non solo i giovani. Crescono le ricerche e l’attivismo ‘da tastiera’

L’economia è in ripresa e nel 2018 anche i consumi dovrebbero crescere a un ritmo più veloce, ma questo non mette alcuna industria al riparo dalla disruption iniziata per necessità 10 anni fa con la crisi finanziaria e che ha cambiato, in molti casi radicalmente, attitudini e abitudini dei consumatori.

Lo sostiene Euromonitor nel white paper ‘Top Global Consumer Trends for 2018’. Secondo Alison Angus, Head of Lifestyles Research di Euromonitor, la tecnologia mobile e il più facile accesso a internet “hanno accresciuto la consapevolezza dei temi globali, ispirando i consumatori a perseguire una maggiore responsabilità sociale”.

Less is more. I consumatori, soprattutto quelli più giovani, desiderano meno cose, si stanno abituando alla condivisione e per questo mettono in discussione la proprietà, scegliendo di vivere vite più semplici e meno affollate di oggetti, anche per il bene del pianeta. Per i brand ciò comporta dimostrare con trasparenza la capacità di agire, perché parlare di sostenibilità e responsabilità sociale non è più sufficiente. La domanda di unicità e autenticità sta portando la personalizzazione a un nuovo livello in cui i consumatori vorranno dire la loro sulla progettazione dei prodotti e il loro processo di produzione.

Consumatori attivisti. Euromonitor ha prestato molta attenzione alle risposte della generazione dei 20-29enni: cresciuti negli anni della recessione più profonda, del terrorismo e di politiche controverse, danno molta importanza alla famiglia – anche perché l’indipendenza ha costi proibitivi, una novità per la cultura anglosassone –, al possesso preferiscono le esperienze che possono ricavare da viaggi e attività culturali, sono salutisti e minimalisti. Ma non ha trascurato le generazioni più mature: i Baby Boomer stanno cercando di semplificare le proprie vite, accogliendo con favore la sharing economy; accessibilità, comodità e sostenibilità sono fattori chiave nella scelta di prodotti e servizi resi disponibili on demand dalla tecnologia. Sempre più consumatori si sentono ‘attivisti’, anche se spesso solo ‘da tastiera’: ciò fa sì che esprimano e condividano sui social le loro opinioni sui brand, facciano ricerche prima di acquistare e sempre più spesso aprano il portafoglio solo se il brand rispetta i loro valori.

Provare per comprare. Secondo Euromonitor il 2018 vedrà un incremento nell’adozione dell’AR: i retailer risparmieranno sui costi di spedizione e restituzione, i consumatori si faranno affascinare dall’effetto ‘wow’ e dalla possibilità di provare i prodotti, seppure in modo virtuale, prima di acquistarli.

Un’altra delle ‘prove’ che i brand dovranno superare sarà quella del livello etico da parte di consumatori che non ne possono più di roboanti retoriche e chiedono prove tangibili e certificate di ciò che viene dichiarato dai brand.

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‘Less is more’: secondo Euromonitor i consumatori hanno messo in discussione la proprietà. E la CSR non basta più ultima modifica: 2018-01-17T13:03:10+01:00 da Redazione

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