Investire nel mercato del gaming è la nuova sfida per i brand: We Are Social indaga scenari e opportunità

Il gaming non è un trend nuovo, ma i brand stanno iniziando a lavorarci su, come fa Vodafone con eSports e 5G. Gli scenari, le opportunità e i rischi nell’appuntamento WTFuture di We Are Social

Un’audience in decollo verticale – oltre 400 milioni stimati nel 2019, in crescita del +12,3% rispetto allo scorso anno –, ricca di profili quanto mai diversi tra loro, gamer che superano in follower le star del calcio e vengono contesi dalle piattaforme con contratti milionari, brand che esplorano il potenziale degli eSport.

Luca Della Dora, Innovation Director We Are Social

Sono alcuni dei temi affrontati nel corso dell’appuntamento WTFuture che We Are Social ha dedicato all’industry competitiva dei videogiochi, le opportunità e i rischi per i brand, gli scenari futuri. “Non è un trend nuovo, ma i brand stanno iniziando a capire come capitalizzare la loro presenza in questo mondo”, ha spiegato Luca Della Dora, Innovation Director We Are Social. In Italia gioca online più di 1 persona su 6 e più di 1 su 10 guarda altre persone giocare in streaming, non più di nicchia anche se non ancora mainstream – in Usa nel 2018 ‘League of Legends’ con 100 milioni di spettatori ha superato il Super Bowl con 98 milioni – ma Della Dora ha sottolineato come gli appassionati di eSport siano “persone più difficili da raggiungere e coinvolgere con la comunicazione tradizionale, non accettano di buon grado l’interruzione, hanno interessi molto specifici e vogliono sentirsi parte di community e coinvolte dai brand con cui decidono di interagire”.

Ecosistema complesso. Twitch (Amazon) è la piattaforma storicamente più famosa, ma adesso Microsoft sta investendo milioni di dollari non tanto per vendere più Xbox, quanto per far crescere Mixer, la sua piattaforma. E a quasi 500 milioni di dollari è arrivato l’investimento globale dei brand sugli eSport con le sponsorizzazioni cui si aggiungono altri 190 milioni dall’advertising. In prima fila, tra gli altri, Adidas, Red Bull, Samsung, Vodafone.

In questo nuovo e complesso ecosistema non ci sono solo i brand ‘endemici’, cioè perfettamente affini al mondo del gaming, come Microsoft o Vodafone: Pringles è sponsor delle prossime finali europee di League of Legends, adidas ha siglato una partnership con Tyler Blevins, alias Ninja, Mercedes-Benz è sponsor di ESL così come Vodafone che sarà alla Milano Games Week (dal 27 al 29 settembre con le finali italiane dell’ESL Championship. E ci sono campagne come quella di Wendy/Fortnite, premiata a Cannes Lions 2019, o quella di Samsung Note sul mercato con Fortnite incluso, o quella del WWF Francia, firmata da We Are Social, che utilizza, ancora e sempre, Fortnite per evidenziare le situazioni critiche del pianeta.

Luca Casaura, Head of Brand and Advertising Vodafone

Gaming e 5G. Di come maneggiare gli eSport ha parlato anche Luca Casaura, Head of Brand Advertising Vodafone, sottolineando la coerenza del gaming con il brand purpose dell’azienda riassunto dal claim ‘We Connect for a Better Future’. Il 5G, ha spiegato, si basa sugli stessi pilastri che reggono gli eSport e la smart society che si appoggia al 5G darà più opportunità a tutti. Se per la maggior parte brand gli eSport rappresentano un’opportunità per parlare direttamente alla Gen Z e di aggirare l’adblocking (in Italia a quota 35%), Vodafone va anche oltre e si prepara al debutto di Game Now, nuova piattaforma di gaming proprietaria e userà il torneo italiano della Electronic Sport League per il lancio del 5G con una campagna digital e social firmata We Are Social.

Investire nel mercato del gaming è la nuova sfida per i brand: We Are Social indaga scenari e opportunità ultima modifica: 2019-09-19T17:21:53+02:00 da Redazione

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