Per l’Osservatorio Smart Working il lavoro agile non scomparirà, ma si trasformerà con formule ibride

Il lavoro agile resta e si trasforma con formule ibride: lo dice l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano che ne ha misurato dimensioni e tendenze.

Secondo i dati dell’Osservatorio, nel post-pandemia gli smart worker in Italia sono 4 milioni e cresceranno dell’8% alla fine dell’emergenza; il lavoro agile resterà nell’89% delle grandi aziende e nel 62% della PA, in entrambi i casi trasformandosi con formule ibride e una media di 3 giornate agili a settimana nelle aziende e 2 nella pubblica amministrazione.

La scelta di continuare con il lavoro agile è dettata dai benefici riscontrati da lavoratori e aziende – per i primi l’equilibrio tra lavoro e vita privata è migliorato, per le seconde sono aumentate efficacia ed efficienza – anche se non mancano i risvolti negativi. Il 28% dei lavoratori ha sofferto di “tecnostress” e il 17% di overworking, mentre è calata la percentuale di quelli che si sentono pienamente coinvolti. Nelle aziende, invece, l’impatto più negativo è quello sulla comunicazione tra colleghi, peggiorata per il 55% delle grandi imprese, il 44% delle PMI e il 48% della PA.

L’Osservatorio ha anche misurato i benefici per la società e l’ambiente: secondo l’81% delle grandi aziende il lavoro agile favorisce l’inclusione di chi vive lontano dalla sede di lavoro, mentre la possibilità di lavorare da casa mediamente 2,5 giorni a settimana permetterà di ridurre le emissioni di CO2.

In occasione del convegno di presentazione dei risultati sono state premiate le aziende che si sono distinte per la capacità di innovare le modalità di lavoro: Cameo e ING Italia per le grandi imprese, Net Insurance e Webranking per le PMI, Banca d’Italia e Inail per la PA.

 

Per l’Osservatorio Smart Working il lavoro agile non scomparirà, ma si trasformerà con formule ibride ultima modifica: 2021-11-04T10:52:45+01:00 da Redazione

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