Nextplora misura gli effetti dell’inflazione sulle abitudini dei consumatori e le attività delle marche

L’inflazione ai massimi da oltre 30 anni preoccupa i consumatori che già ne percepiscono gli effetti, soprattutto nei settori energia e alimentari, e anche se non sta impattando concretamente il potere d’acquisto degli italiani attiva già strategie di difesa. E le marche? Dovrebbero rendersi insostituibili

Come si stanno comportando i consumatori davanti all’inflazione che cresce? Quanto è ancora forte il valore della marca? Cosa possono fare le marche per difendere le loro quote di mercato, almeno nel lungo periodo? Da questo spunto è partita la ricerca – per ora snapshot, ma potrebbe essere aggiornata in autunno, a seconda di come si evolve il contesto – che Nextplora ha lanciato in maggio per approfondire quanto l’inflazione stia erodendo il potere d’acquisto dei consumatori, come stiano cambiando le abitudini d’acquisto, come stiano avanzando le private label e quali azioni possono intraprendere le marche.

La percezione dell’inflazione è diffusa: almeno il 95% dice di aver avvertito il rialzo dei prezzi, ma ancora non ha intaccato il potere d’acquisto della maggioranza e solo il 23% degli italiani ne avverte l’impatto ad alta intensità. Giovani, studenti, chi vive da solo e giovani coppie senza figli stanno accusando meno le conseguenze dei rincari, ma la ricerca dice che l’89% dei consumatori ha cambiato abitudini d’acquisto per contenere lo scontrino della spesa abituale. Le strategie variano, ma la tendenza più frequente è scegliere i prodotti in promozione o optare per le private label, mentre al Sud si tende a cambiare canale d’acquisto, optando per discount e mercati rionali.

Il valore della marca è sempre forte: se – come dice l’Istat – la fiammata dell’inflazione sarà riassorbita nel 2024, Nextplora evidenzia che la marca rimane un’àncora di sicurezza (il 47% dei consumatori dichiara di continuare a scegliere le marche di cui si fida, il 44% dice di farlo ancora più spesso di prima).

Sembra quindi che i brand che hanno saputo costruire un rapporto di fiducia non abbiano molto da temere, in particolare il loro purpose è l’attenzione alla salute dei consumatori e l’uso di ingredienti sani e naturali. Valori che sono ancora più forti presso i consumatori più giovani e per le marche presenti in pubblicità e sui social. In generale, la marca rimane un driver d’acquisto importante per il 57% della popolazione italiana, ma con questo scenario gli equilibri possono mutare anche per le marche più solide e affidabili, anche se per un breve periodo, dato che il 60% intende tornare alle abitudini di prima.

Che fare nei prossimi 18 mesi? Nextplora ribadisce che la capacità della marca di trasmettere gli aspetti a più alto valore del prodotto e di comunicare l’attenzione per i consumatori – e all’ambiente – costituiscono un baluardo contro la perdita di quote. “Rendere la marca insostituibile per i consumatori attraverso una comunicazione che miri al potenziamento e all’arricchimento del brand purpose”, commenta Andrea Giovenali, founder e Ceo di Netxplora, “è l’unico modo di controbilanciare gli effetti dell’inflazione nel lungo termine, al di là di mere azioni tattiche che si esauriscono in fretta”.

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Nextplora misura gli effetti dell’inflazione sulle abitudini dei consumatori e le attività delle marche ultima modifica: 2022-06-28T10:55:36+02:00 da Redazione

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