Tre big spender su quattro hanno sospeso o ridotto gli investimenti pubblicitari in Russia

Il sondaggio della WFA ha interessato 31 aziende che rappresentano 43 miliardi di investimenti pubblicitari a livello globale. Accanto alle aziende che se ne vanno, ci sono PepsiCo, Unilever, P&G e Danone che manterranno in Russia solo la produzione e fornitura di prodotti essenziali tagliando invece gli investimenti di capitali

Dopo ANA, l’associazione degli inserzionisti pubblicitari Usa, anche la WFA, World Federation of Advertisers, ha proposto ai suoi membri un sondaggio riguardo le intenzioni sugli investimenti media e marketing sul mercato russo.

Delle 31 multinazionali che hanno risposto, che rappresentano complessivamente 43 miliardi di media spend a livello globale, tre su quattro hanno riallocato, ridotto oppure tagliato gli investimenti.

L’associazione ha lanciato un appello agli altri soci e in generale ai marketer di tutto il mondo a rivedere e riconsiderare i propri attuali investimenti media e marketing in Russia, in particolare sui media vicini o diretta emanazione del governo. Proprio ieri avevamo pubblicato un’analisi della Global Alliance for Responsible Media su come gestire in modo responsabile le attività di media buying, programmatic in particolare, in tempi di guerra per non correre il rischio di trovarsi a finanziare media che diffondono falsità o propaganda.

«Alla luce degli eventi orribili in Ucraina, il settore del marketing non può tacere. Ogni azienda deve prendere una decisione autonomamente, ma la nostra raccomandazione è di mettere in stand by gli investimenti nei media e il marketing in Russia» ha detto il ceo di WFA Stephan Loerke.

Tra le aziende che negli ultimi due giorni si sono aggiunte alla già lunga lista di quelle che fanno fermato le operazioni in Russia – stimolate anche dalla minaccia di boicottaggi se non l’avessero fatto – ci sono Coca-Cola che non distribuirà più i suoi prodotti; Starbucks che ha chiuso i locali e fermato la distribuzione dei prodotti; McDonald’s che ha chiuso 847 fast food ma sta continuando a pagare il 100% dello stipendio ai suoi 62mila dipendenti russi.

Heineken ha fermato la produzione, la pubblicità e le vendite del brand Heineken in Russia e bloccato ogni beneficio finanziario derivante dalle attività nel paese, un passo oltre il precedente annuncio riguardante il blocco degli investimenti e dell’export. Il brand ha dichiarato che distingue chiaramente quelle che sono le scelte del governo dalla volontà dei propri dipendenti, che verranno supportati economicamente mentre l’azienda deciderà cosa fare delle sue operazioni russe.

PepsiCo che ha fermato la distribuzione dei soft drink Pepsi, 7Up e simili ma continuerà quella di patatine e dei prodotti essenziali come latte, latticini, latte artificiale e pappe per bambini.

Unilever ha adottato una soluzione simile fermando import, export e investimenti di capitale ma continuando a distribuire alimentari e prodotti per l’igiene personale essenziali prodotti in Russia, senza trarne profitto.

Procter & Gamble ha tagliato tutti i nuovi investimenti, la pubblicità e il marketing e ridotto al minimo i prodotti distribuiti concentrandosi sulle categorie salute, igiene e cura della persona.

Anche Danone ha sospeso tutti i progetti di investimento in Russia, ma ha mantenuto la produzione e la distribuzione di prodotti freschi e di alimenti per i bambini per rispondere ai bisogni alimentari della popolazione locale.

Tutte le aziende sopra citate stanno supportando la Croce Rossa e altre organizzazioni di soccorso con donazioni e distribuzione di prodotti essenziali in Ucraina.

Tre big spender su quattro hanno sospeso o ridotto gli investimenti pubblicitari in Russia ultima modifica: 2022-03-10T11:39:47+01:00 da Redazione

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