Non chiamateci agenzie, ma aziende. Massimo Costa rilancia su consulenza e rispetto

Seconda giornata dello Iab Forum. Focus su ricerca, audience, modelli di business ed e-commerce

Massimo Costa

Aziende a tutti gli effetti, basta col chiamarle agenzie. E basta anche parlare, che è ora di fare. Nella seconda giornata dello Iab Forum, Massimo Costa, presidente di Assocomunicazione nonché country manager di Wpp Italia e c.e.o. di Y&R Group,  provoca la platea sul ruolo che le agenzie svolgono nel campo della ricerca e sviluppo del digitale e sull’arretratezza doppia in cui si sta attorcigliando il nostro Paese.

«Siamo delle aziende vere e proprie, ma i clienti non ci rispettano abbastanza. Abbiamo un ruolo consulenziale, siamo quelli che gestiscono la governance della marca, quelli che garantiscono il rapporto con il consumatore. Ma si sta scivolando sempre di più verso il tatticismo. Ormai bisogna avere bene chiaro che i budget di una volta non torneranno più, perché i player stanno investendo altrove, non in Italia. Tuttavia oggi vediamo che le uniche aziende che comunicano su internet in modo serio sono le grandi multinazionali, obbligate da Londra o Rotterdam. In Italia, le aziende locali non stanno facendo nulla. Noi dobbiamo esser per loro come leading angel».

Quindi ancora pragmatismo, concetto che come nella giornata di ieri ritorna più e più volte. Facciamolo questo digitale, non stiamo qua a parlarne.

SOCIAL CRUCIALE VEICOLO DI FRUIZIONE INDIRETTA
Perché, si ritorna a dire, internet interessa sì la metà della popolazione italiana, ma le persone che potenzialmente potrebbero – quelle che hanno accesso alla rete – sono molte di più: 38 milioni, il 78,9% della popolazione tra gli 11 e i 74 anni, come spiega Enrico Gasperini, presidente di Audiweb.«In quattro anni l’audience di internet è cambiata tantissimo: oggi 14 milioni di famiglie accede a internet da un computer di casa, mentre 15 milioni di individui da smartphone, 2 milioni di tablet, 2,7 dalla tv e 4 milione dalle console. Quanto ai comportamenti di utilizzo, cresce la fruizione di video, news e e-commerce, accanto al social che sta diventando una delle maggiori leve di fruizione indiretta verso i siti di news (+75%), video-movie (+8%) e e-commerce (+20%), percentuali che a breve raggiungeranno il search»

Questo scenario rende ancora più urgente la necessità da parte del mercato di dati sofisticati per studiare le pianificazioni. Audiweb lancerà il prossimo anno un meter per monitorare proprio le app, al primo posto in quanto ad attività svolte su smartphone. Considerando la web tv, è anche interessante notare come in certi orari e certi target la reach renda possibili pianificazioni online con modalità quasi televisive.
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L’ E-COMMERCE, IL MOBILE USATO PER INFORMARSI
Anche nel campo dell’e-commerce, dove neanche a dirlo l’Italia sconta un bel ritardo, la situazione sta evolvendo velocemente. Lo spiega Roberto Liscia, presidente del consorzio del commercio elettronico Netcomm «A luglio, le persone che hanno acquistato online negli ultimi tre mesi erano 12 milioni, il 43% della popolazione internet, di cui 7,1 acquirenti abituali, un trend in veloce crescita. Il mobile è poco utilizzato per l’e-commerce, ma è importantissimo nella fase di pre acquisto. Tuttavia nel panorama europeo gli italiani utilizzano internet di meno, anche nelle fasce d’età giovani». E qui si ritorna al problema del primo giorno, dove solo un cambio strutturale del paese potrà far crescere l’audience velocemente.
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Sono intervenuti durante la mattinata anche Layla Pavone, managing director di Isobar e presidente della consulta digitale di AssoC, Paolo Iabichino di OgilvyOne, Franco Bondi di Quadrante e Maurizio Sala partner di Bitmama sull’evoluzione del modello di business.

Nuova governance per Iab Italia
Annunciata per gennaio da Simona Zanette, presidente di Iab Italia,  una nuova  governance per l’associazione che ormai ha raggiunto 174 soci. Focus sulla rilevazione investimenti, che dovranno raggiungere la stessa precisione che hanno quelle degli altri mezzi. Tasto dolente, però, in quanto i dati provengono dalle 42 concessionarie socie FCP mentre altri operatori (leggi Google e Facebook) non rilasciano i dati.

Non chiamateci agenzie, ma aziende. Massimo Costa rilancia su consulenza e rispetto ultima modifica: 2012-10-12T11:37:49+02:00 da Redazione

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