Il New York Times indaga sulla ‘fattoria dei follower’ e le reticenze delle piattaforme

L’inchiesta del NYT spiega come sono costruiti e come agiscono i bot, sottolineando quanto grande sia il loro peso sulla cosiddetta ‘influencer economy’

La popolarità ha un prezzo e Devumi ha il suo listino: l’oscura società creata da German Calas, con base in Florida, chiede 225 dollari per 25mila follower su Twitter, oltre metà dei quali sono bot celati dietro account contraffatti basati su identità rubate.

Il New York Times ha dedicato una lunga inchiesta a quella che ha battezzato la ‘fattoria dei follower’, un commercio opaco che tocca le maggiori piattaforme, per quanto queste dichiarino di proibirlo.

L’inchiesta del NYT ha rivelato che Devumi ha oltre 200mila clienti ai quali offre follower su Twitter, views su YouTube, ascolti su SoundCloud, endorsement su LinkedIn: sono star dello spettacolo, atleti professionisti, politici, influencer, in USA e all’estero.

Nel novembre scorso Facebook aveva ammesso che gli account falsi erano più del doppio di quanto stimato, indicando fino a 60 milioni di bot all’opera sul social, ma è Twitter è la piattaforma più colpita perché a differenza di altri social network non richiede che l’account sia associato a una persona reale e permette un numero più alto di accessi automatizzati di quanto non facciano altre piattaforme.

L’inchiesta del NYT spiega come sono costruiti e come agiscono i bot, sottolineando quanto grande sia il loro peso sulla cosiddetta ‘influencer economy’ che attira ormai miliardi di dollari degli investitori pubblicitari.

Citando dati di Captiv8, una società che mette in contatto influencer e brand, un influencer con 100mila follower può guadagnare in media 2mila dollari per un tweet sponsorizzato, mentre chi può vantare 1 milione di follower arriva a guadagnare 20mila dollari per tweet.

Nel mondo degli influencer non ci sono solo endorsement positivi: c’è anche chi ha utilizzato i bot di Devumi per diffamare, come un ex concorrente di ‘American Idol’ che ha moltiplicato per 5mila un tweet di protesta contro il servizio clienti di Volvo, segnala il NYT che ha pure scoperto clienti di Devumi tra gli influencer gestiti da HelloSociety, agenzia di influencer marketing di proprietà di The New York Times Company.

Il New York Times indaga sulla ‘fattoria dei follower’ e le reticenze delle piattaforme ultima modifica: 2018-01-31T13:06:25+01:00 da Redazione

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