Nielsen, rallenta il largo consumo (+1%) e a soffrire sono le grandi marche, mentre crescono quelle piccole e dinamiche

Al via a Santa Margherita di Pula Linkontro Nielsen, tradizionale appuntamento per aziende e retail. L’istituto di ricerca presenta una survey che analizza il trend del food etnico

Santa Margherita di Pula – Dopo 3 anni di crescita dei fatturati e dei volumi di vendita nel largo consumo, rallentano pur crescendo i consumi nel primo quadrimestre 2018, sia a valore (+1%) che a volume (+0,4%). A soffrire sono soprattutto le top marche (le prime 20) che segnano un calo del -1,9% e le follower (dalla top 21 alla 100) -1,4%. Positivo invece l’andamento delle small player (dalla top 201 in poi) +4,6% e delle marche discount +3,8%. Un trend che porta a una maggiore polverizzazione del mercato, gia’ manifestatosi anche nel 2015 e 2016, mentre l’anno scorso tutti i segmenti erano in positivo.

A illustrare l’andamento del mercato e’ stata Nielsen in apertura della 34esima edizione de Linkontro, il tradizionale appuntamento per la business community del largo consumo, iniziato ieri a Santa Margherita di Pula con un record di presenze.

Giovanni Fantasia, amministratore delegato di Nielsen Italia, ha mostrato poi come le diverse velocita’ del mercato in questi mesi non riguardino solo la grandezza delle aziende, le differenze geografiche (dove il Sud e’ tornato in saldo negativo, bne invce il Centro) o le tipologie merceologiche (bene fresco, grocery, bevande, cura persona e pet, male cura casa e food confezionato).

“I risultati di questi primi mesi 2018 – ha detto Fantasia – non evidenziano una crisi ma un continuo cambiamento, che e’ importante conoscere ed interpretare. Le migliori performance delle marche piu’ piccole si spiegano anche con la maggiore dinamicita’ di risposta di queste verso i nuovi bisogni, di innovazione e servizio (due ambiti sottolineati piu’ volte da Fantasia, ndr), e gusti dei consumatori”.

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Il carrello mostra infatti primi piatti e colazione in calo (-1,1% e -1,7%), primi e secondi pronti e piatto unico in crescita (+7,1% e +6,3%), Bene anche i consumi trendy come aperitivo in casa (+3,8%) e prodotti gourmet (+7%) o i prodotti legati a benessere e salute (+5,6%).

Si confermano poi i trend degli alimenti ‘rich in’ (calcio +14,1%, omega 3 +9,4%, integrale +9,1%), ‘free form’ (olio di palma +12,9%, poche calorie +9,7%, senza zuccheri aggiunti +7,4%, senza sale +7,2%), legati alle intolleranze (+4,4%) o al lifestyle (bio +14,9%, vegani +9,8%).

“Abbiamo poi notato come per questi prodotti, per quelli senza glutine in particolare, – ha aggiunto Fantasia – le certificazioni, rispetto al solo logo sul packaging, garantiscano una marcia in piu’ alle vendite”.

Cresce a doppia cifra l’ecommerce sul grocery e il fresco, ma al momento rappresenta solo l’1,5% della spesa. Al Nord pero’ la penetrazione sarebbe ben maggiore.

Nielsen si attende comunque un +1,5% nei consumi a fine anno e ha poi analizzato i tre trend che hanno contribuito (insieme ad altri fattori) al rallentamento della spesa nella distribuzione.

Alla base del rallentamento dei consumi di inizio anno (vedi pagina precedente) ci sono anche 3 tendenze che hanno condizionato il trimestre: la ripresa del «fuori casa» (il 64% ha mangiato fuori casa almeno una volta, il 79% per i millennial), la moda dell’e-food channel (8% ha acquistato cibo a domicilio almeno una volta al mese) e l’apertura verso nuove culture culinarie.

Sono 14 milioni gli italiani che dichiarano di aver mangiato in ristoranti e locali di cucina etnica tra gennaio e marzo 2018, vale a dire il 42% dei 33,6 milioni che hanno dichiarato di aver mangiato fuori casa almeno una volta nel periodo in analisi. Di questi 14 milioni secondo la survey di Nielsen, il 24% mangia etnico fuori casa con regolarità, più di una volta a settimana (in media 1,6 volte). Rispetto al 2013, gli italiani che hanno aumentato il consumo di ethnic food in locali e ristoranti sono 7,6 milioni, il 28% di chi sceglie anche questo tipo di cibo quando mangia fuori casa. Il 52% ha dichiarato un consumo stabile.

“Le tematiche legate all’alimentazione sono connesse con i modelli culturali di un’epoca – ha detto l’a.d. di Nielsen Italia, Giovanni Fantasia – e la nostra si configura sempre più come epoca di cambiamento. Quello della cucina etnica risulta essere un trend che va sempre più radicalizzandosi nel nostro rapporto con il cibo. Non possiamo tralasciare l’impatto che una nuova formula di alimentazione può avere nei confronti del grocery. Ci troviamo di fronte a un consumatore sempre meno prevedibile, alla ricerca di esperienze più che di prodotti. Non si tratta più di mettere al centro dei nostri parametri di misura i volumi, ma la capacità dei nostri prodotti di rispondere alle esigenze di un consumatore sempre più globalizzato ed espressione di un mix culturale di non sempre facile lettura”.

Per il 48% degli italiani, la cucina preferita è esclusivamente quella nazionale. Per il restante 52% (35% alterna cucina italiana ed etnica, il 17% sceglie solo cucina etnica), le principali preferenze da gustare sono cinese (23%), giapponese (22%), messicana (9%), turca 8%, indiana 5%. Analizzando le ragioni alla base della scelta dell’etnico quando si mangia nei ristoranti, il 46% ha dichiarato a Nielsen che è quella di mangiare piatti che non si cucinano in casa, il 42% perché piace il gusto esotico, il 37% per variare, il 15% perché costa meno mangiare in locali etnici rispetto ai ristoranti italiani, il 10% per scoprire nuove ricette da replicare a casa, l’8% perché il servizio è veloce, il 7% per comodità, il 4% anche per motivi salutistici (15% non sa / altri motivi).

Dalla survey di Nielsen relativamente al fenomeno dell’e-food channel, emerge che l’8% degli italiani, pari a 4,4 milioni di individui, ha utilizzato i servizi online di food delivery almeno una volta. Il dato sale al 22% se si isola il profilo “25-34 anni” e scende al 2% relativamente alla fascia “55-64 anni”. L’80% di chi ha utilizzato il servizio, lo ha fatto almeno una volta negli ultimi 3 mesi, con una frequenza media di 0,8 volte al mese. Due milioni di persone (53%) ordinano sul web solo piatti italiani, 630mila individui (18%) solo cibi etnici, 1 milione (29%) sia italiano sia etnico. Dall’analisi del trend di utilizzo dei servizi di e-food channel, emerge che il 27% (1,2 milioni di italiani) dei fruitori ha aumentato abbastanza o in maniera significativa gli ordini online rispetto al 2017. Il 78% degli italiani dichiara di essere coperti da un servizio online di food delivery, nelle grandi città il dato sale al 95%.

La survey di Nielsen analizza anche la tendenza a cucinare piatti etnici in casa. Sono 20,7 milioni (39%, in Area 1 il 44%) gli italiani che si dilettano in ricette etniche. Tra questi, 8,6 milioni (43%) cucinano più piatti non italiani rispetto al 2013, il 35% con la stessa frequenza, il 22% (4,8 milioni) meno spesso. Inoltre, la metà dei consumatori italiani, 26 milioni di persone, rispetto al 2013 ha aumentato l’utilizzo di prodotti/ingredienti etnici per arricchire le proprie ricette, dimostrandosi aperte a provare nuovi sapori. La sperimentazione verso la preparazione di ricette etniche in casa è una pratica diffusa soprattutto tra i più giovani (25-34 anni).

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Nielsen, rallenta il largo consumo (+1%) e a soffrire sono le grandi marche, mentre crescono quelle piccole e dinamiche ultima modifica: 2018-05-18T11:31:16+02:00 da Redazione

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