Giulia Ceriani (Baba Consulting): il metaverso non è una nuova Second Life

Il digitale è diventato un ambiente con regole diverse da quelle del mondo fisico secondo Giulia Ceriani, semiologa e presidente di Baba Consulting

Poche settimane fa Baba Consulting ha presentato il suo Trend Monitor Forecast 2022-2023 che preconizza una trasformazione radicale, pur tra molte resistenze, in cui il digitale ha uno spazio sempre più preponderante.

BrandNews ha chiesto a Giulia Ceriani, semiologa e presidente di Baba Consulting, di approfondire alcuni punti messi in evidenza dalle analisi raccolte nella nuova edizione dello studio, dal ruolo che giocano i brand nella tensione delle contraddizioni all’emergere del metaverso come nuova dimensione che offre un’ancora di salvezza al disastro del mondo reale.

Dal 2020 Trend Monitor Forecast ha un tono ‘tipping point’, ma vista da altrove l’Italia sembra decisa a mantenere quanto più possibile lo status quo o quanto meno una certa inerzia: come si conciliano questi opposti e cosa genera questa contraddizione?

L’inerzia è proprio una delle nostre tendenze (Scenario 1: Wavering e Gambling): Trend Monitor lavora sull’anticipazione e cerca di spingere in avanti – dunque reclama un’urgenza delle scelte la cui necessità è evidente -, ma deve tenere conto anche degli scenari residuali, più lenti, ed è questo il caso.

In questa edizione la contraddizione sembra ancora più forte ed evidente: come si posizionano i brand? Che ruolo hanno? Davvero diventano sostituti delle istituzioni?

I brand si posizionano secondo gli scenari che considerano più favorevoli, o anche soltanto più vicini/tangenti. Non esiste una posizione univoca. Certo giocano tutti la loro partita istituzionale, se è vero che provano sempre di più a trarre valore dal loro impatto sulle problematiche che affliggono il mondo circostante e, per quelle più digitalmente avanzate, dalla capacità di progettazione di un altro universo di esistenza

Metaverso e virtuale sono ancora per pochi e in fase di sperimentazione, ma circonfusi da un hype di salvezza, come se trasportando il mondo in digitale lo si potesse salvare: non vedi il rischio di replicare Second Life 20 anni dopo?

Second Life aveva uno statuto diverso: dei perimetri precisi, un’aura di gioco, un’accessibilità non immediata e immersiva. Il metaverso non è parallelo, è un salto in una dimensione altra, nata per inglobarci. Ci vorrà un po’ di tempo, ma non poi così tanto, le condizioni di partenza – primo fra tutti il disastro del mondo ‘reale’ – spingono verso quella che si propone come un’ancora di salvezza.

Il digitale è una tecnologia, ma sempre più spesso viene considerato un contenuto in sé: come si crea un’educazione digitale consapevole?

Si crea come ogni educazione, rafforzando gli strumenti critici nei singoli individui, specie in quelli più giovani che possono più facilmente assorbire come evidenze quelle che in realtà sono scelte. Però non è vero che il digitale è solo una tecnologia, per come si è espanso è un ambiente, dove i contenuti seguono regole diverse dagli ambienti fisici. Attenzione poi alla tendenza Canceling dello Scenario 3, dove la sopravvivenza è cercata (trovata?) proprio grazie alla rimozione della consapevolezza.

Giulia Ceriani (Baba Consulting): il metaverso non è una nuova Second Life ultima modifica: 2022-03-09T11:26:05+01:00 da Redazione

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