We Are Social: le persone vogliono scegliere, non essere interrotte

Visione del futuro, centralità delle persone e struttura leggera per andare lontano e costruire con i clienti relazioni di lunga durata e uno stile creativo rilevante che attrae talenti

“Soddisfatti tanto, speravamo in un premio dopo 7 nomination, ma dire che ce l’aspettassimo è troppo”: Gabriele Cucinella, Stefano Maggi e Ottavio Nava, i 3 CEO di We Are Social, commentano i leoni d’argento e bronzo con cui la giuria Entertainment ha premiato l’operazione ‘Parla come el Patròn’ che ha lanciato la seconda serie di ‘Narcos’ su Netflix, premi che si aggiungono a una già lunga serie di riconoscimenti e alla soddisfazione di aver creato in Italia una piattaforma che è stata implementata anche in altri 7 paesi.

Dicono Cucinella, Maggi e Nava che il risultato di Cannes è merito anche della politica di molta delega e poco controllo del cliente, di un processo decisionale molto veloce e di gerarchie che servono più da trampolino di lancio che da tetto di cristallo. “Dipende molto dalle persone che lavorano in azienda, dal canto nostro cerchiamo di fare un lavoro rilevante per le persone a cui ci rivolgiamo”.

L’idea della lezione di spagnolo basic sulla piattaforma Babbel è nata da insight colti nelle conversazioni online – aiutati anche dal fatto che We Are Social gestisce le community di Netflix – con l’obiettivo di far crescere l’interesse tra l’annuncio della seconda serie di ‘Narcos’ e l’uscita, un meccanismo per far parlare della serie senza anticipare nulla come i tradizionali trailer.

Una creatività più simile ai contenuti di intrattenimento, scelti e non subiti soprattutto dal pubblico più giovane, che si appoggia su un reparto Research & Insight dell’agenzia, formato da analisti con background diversi, ed è stata resa possibile dalla collaborazione trasversale di due piattaforme rilevanti e complementari come Netflix e Babbel.

L’età media di chi lavora in agenzia – 30 anni – “aiuta, ma non necessariamente, altrimenti rischi di perdere la prospettiva, anche perché oggi l’appartenenza a una comunità o la condivisione di una passione contano più dei dati socio-demografici”, aggiungono Cucinella, Maggi e Nava attribuendo il maggior valore di una relazione di lunga durata istaurata con il cliente – e con i clienti in generale – nella concretizzazione di campagne di comunicazione efficaci.

Altro elemento importante, dicono, è la centralità delle persone da cui dovrebbe discendere la capacità dei brand, e dei loro consulenti di comunicazione, di semplificare la vita, aiutare o essere utili ai consumatori, creando valore per entrambi con l’aiuto della tecnologia.

We Are Social: le persone vogliono scegliere, non essere interrotte ultima modifica: 2017-06-22T09:23:29+02:00 da Redazione

Related posts