Dal Governo un piano per l’export agrolimentare. Arriva il logo unico per il cibo made in Italy all’estero

Investimento di oltre 70 milioni di euro per la promozione del food and beverage italiano

Comunicazione e promozione del made in Italy nella grande distribuzione; un investimento di oltre 70 milioni di euro per l’internazionalizzazione del food and beverage e contro l’italian sounding; un marchio unico di comunicazione a ombrello che aiuti a identificare ‘l’italian taste’. I ministeri dell’Agricoltura e dello Sviluppo economico scendono in campo con un piano straordinario per il settore agroalimentare: “Si tratta del più grande piano mai fatto negli ultimi anni per il settore agroalimentare italiano – ha spiegato il vice ministro allo Sviluppo economico, Carlo Calenda – e si basa su due principali sfide: da un lato l’advertising per far capire quale sia il vero prodotto made in Italy e, dall’altro, lavorare con la grande distribuzione per far atterrare i nostri prodotti sugli scaffali”.

logo italian taste

La presentazione ieri a Expo 2015
La presentazione ieri a Expo 2015

Calenda – scrive l’Agi –  ha infatti fatto notare che il fenomeno dell’italian sounding trova spazio soprattutto perchè i veri prodotti made in Italy non ci sono. L’intenzione, dunque, è di fare sistema per portarne all’estero quanti più possibile e di farlo sotto un ombrello, un marchio che li renda immediatamente individuabili.   Il logo unico è una sorta di tricolore morso da un lato con sotto la scritta”’The extraordinary italian taste” e verrà utilizzato in occasione delle fiere internazionali, in attività di promozione all’interno dei punti vendita della grande distribuzione estera, nelle campagne di comunicazione e promozione in tv, sui media tradizionali, su Internet e sui social media.

“Questo piano – ha spiegato il ministro all’Agricoltura, Maurizio Martina – è uno strumento in più che mettiamo al servizio delle imprese con l’obiettivo di aumentare l’export. Il traguardo è quello di arrivare nel 2020 a quota 50 miliardi e partiamo con un investimento di oltre 70 milioni di euro per i prossimni 3 anni. C’è dunque uno strumento nuovo, ma anche le risorse perchè funzioni. Vogliamo assicurare al sistema Italia un maggior numero di medie imprese esportatrici capaci di andare regolarmente su questi mercati e lavorarci”.

Calenda e Martina hanno spiegato che nel 2015 ci si concentrerà soprattutto sugli Stati Uniti – a cominciare dalla FMI Connect di Chicago dove si presenteranno per la prima volta insieme Cibus, Vinitaly e Tuttofood , ma anche su Giappone e Canada, mentre per il 2016 si studia il mercato cinese. Intanto, sul fronte dell’export agroalimentare il primo trimestre dell’anno è stato definito “positivo” con oltre 8,7 miliardi; l’obiettivo per l’anno in corso è di chiudere con 36 miliardi.

Dal Governo un piano per l’export agrolimentare. Arriva il logo unico per il cibo made in Italy all’estero ultima modifica: 2015-05-28T11:09:14+02:00 da Redazione

Related posts